La rivoluzione digitale sta trasformando profondamente il nostro modo di vivere e lavorare. Tuttavia, dietro la promessa di innovazione e progresso, si nasconde un aspetto sempre più urgente: il peso che le tecnologie emergenti, in particolare l’intelligenza artificiale, stanno esercitando sul clima.
Alimentare e addestrare sistemi complessi richiede infatti una quantità crescente di energia, con conseguenze significative sull’ambiente.
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Le performance ambientali delle aziende digitali
Un recente studio intitolato “Greening Digital Companies 2025: Monitoring emissions and climate commitments” ha analizzato l’operato di 200 grandi aziende del settore digitale. La ricerca ha messo in luce un quadro fatto di contrasti: da un lato progressi incoraggianti rispetto agli anni passati, dall’altro persistenti lacune.
Soltanto una piccola parte delle aziende ha raggiunto livelli di conformità elevati rispetto agli standard di sostenibilità, mentre la maggioranza si colloca ancora su valori medi che non consentono di parlare di un reale allineamento con gli obiettivi climatici globali.
Differenze geografiche e criticità globali
Il grado di impegno non è uniforme su scala mondiale. In Europa e Nord America le imprese digitali mostrano una maggiore attenzione alla trasparenza e alla riduzione delle emissioni, spinte anche da normative più stringenti e da una sensibilità diffusa nell’opinione pubblica. Al contrario, in Africa, Asia e America Latina, la mancanza di strumenti regolatori efficaci e di risorse adeguate rallenta i progressi, lasciando queste aree indietro nella corsa verso la sostenibilità.
Il consumo energetico del settore digitale
Uno dei dati più significativi riguarda la quantità di elettricità utilizzata dal comparto digitale. Nel solo ultimo anno si è arrivati a consumare circa 581 TWh, pari al 2,1% della domanda mondiale. Una cifra che, con l’espansione delle applicazioni basate su intelligenza artificiale, è destinata a crescere ulteriormente. È evidente che l’attuale traiettoria non è sostenibile a lungo termine senza un cambio di rotta deciso.
Verso un approccio regolato e trasparente
La responsabilità delle aziende, per quanto rilevante, potrebbe non bastare. Se il settore non sarà in grado di introdurre pratiche più rigorose e trasparenti, i governi saranno probabilmente costretti a intervenire con regolamentazioni più severe. Diventa dunque fondamentale sviluppare metodologie unificate di valutazione della sostenibilità, capaci di garantire criteri chiari per misurare i progressi e offrire alle imprese strumenti per comunicare in maniera responsabile con azionisti e stakeholder.
L’intelligenza artificiale tra problema e opportunità
Paradossalmente, la stessa tecnologia che oggi contribuisce ad accrescere il problema energetico potrebbe trasformarsi in parte della soluzione. Se correttamente indirizzata, l’intelligenza artificiale può infatti essere utilizzata per monitorare parametri ambientali, ottimizzare i consumi energetici e supportare strategie di riduzione delle emissioni.
Il futuro della sostenibilità digitale dipenderà quindi dalla capacità di far evolvere l’AI da potenziale minaccia a risorsa concreta per la transizione ecologica.