Come misurare la circolarità di un’organizzazione

Riportiamo la specifica tecnica che fornisce le indicazioni su come valutare e misurare la circolarità di un’organizzazione.

Economia circolare: si parla sempre più spesso della sua misurazione, anche nella Strategia Nazionale per l’Economia Circolare (riforma inserita nel PNRR) che ha previsto uno specifico ruolo per la normazione tecnica. Il prossimo 30 novembre sarà disponibile lo standard UNI/TS 11820 “Metodo per la misurazione della circolarità di un’organizzazione”, dopo quasi 2 anni di lavoro che ha coinvolto più di 150 organizzazioni che hanno partecipato ai lavori di normazione e alla raccolta di feedback sul primo set di indicatori.

La specifica tecnica – attesissima dal mercato – fornisce le indicazioni su come misurare e valutare le prestazioni di circolarità di un’organizzazione e utilizzarle per verificare l’efficacia delle strategie di circolarità attraverso uno specifico set di indicatori. Il documento inoltre definisce la metodologia per la raccolta delle informazioni necessarie per la misurazione della circolarità.

Lo standard si basa su un’ampia prospettiva di circolarità, inclusi approcci complementari come life cycle thinking, material flow analysis, resource value maintenance e value recovery e prevede la compilazione di almeno 33 indicatori per le organizzazioni di prodotti, 27 per quelle di servizi, dei 71 totali.

Gli indicatori di economia circolare (quantitativi, qualitativi e quanti-qualitativi) sono suddivisi in 6 categorie:

  • risorse materiche e componenti
  • risorse energetiche e idriche,
  • rifiuti ed emissioni,
  • logistica,
  • prodotto e servizio,
  • risorse umane, asset, policy e sostenibilità.

La compilazione degli indicatori permette di valutare (attraverso un sistema di misurazione su base 100) il grado di circolarità di un’organizzazione (il c.d. livello micro) o gruppo di organizzazioni (il c.d. livello meso). Il livello di circolarità è calcolato secondo un algoritmo che prevede la compilazione:

  • obbligatoria degli indicatori core,
  • obbligatoria di almeno la metà degli indicatori specifici,
  • facoltativa degli indicatori premianti

Infine – anche se nell’attività di normazione è sempre la prima cosa che si fa… – la norma contiene una sezione terminologica di 99 termini per fare la chiarezza necessaria ad applicare con correttezza e precisione la metodologia di valutazione della circolarità. Tra questi non poteva mancare la definizione di economia circolare: “sistema economico che, attraverso un approccio sistemico e olistico, mira a mantenere circolare il flusso delle risorse, conservandone, rigenerandone o aumentandone il valore, e che al contempo contribuisce allo sviluppo sostenibile”.

L’Italia è apripista in materia di misurazione dell’economia circolare: la norma internazionale ISO 59020 infatti sarà pubblicata solo tra un anno ma i principi sono del tutto allineati.

“Questo standard possiede 4 fondamentali caratteristiche – afferma Giuseppe Rossi, Presidente UNI –: è del tutto trasversale e quindi applicabile uniformemente – con le previste flessibilità – da qualsiasi organizzazione indipendentemente dall’attività e dalle dimensioni; la sua universalità può avviare un processo di razionalizzazione dei metodi alternativi e concorrenti attualmente esistenti, a favore della chiarezza e trasparenza; come già avvenuto in altri settori (ad esempio la parità di genere) il suo ruolo di supporto alla legislazione potrebbe in futuro concretizzarsi in meccanismi connessi a provvedimenti di politica fiscale, di finanziamento, di incentivazione/dissuasione comportamentale. Infine persegue le finalità dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 12 dell’Agenda ONU 2030 <Consumo e produzione responsabili>”.

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