Intelligenza artificiale e greenwashing: tra rischio e strumento di contrasto

Intelligenza artificiale e greenwashing: una tecnologia a doppio volto tra rischi di marketing ingannevole e strumenti innovativi
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Il tema del greenwashing è oggi al centro del dibattito sulla sostenibilità, soprattutto quando entra in gioco l’intelligenza artificiale. Le aziende, infatti, da un lato possono sfruttare l’AI per promuovere un’immagine falsamente “verde”, dall’altro questa stessa tecnologia può diventare un alleato strategico per smascherare dichiarazioni ingannevoli. Il recente Quaderno FinTech pubblicato da Consob offre un’analisi approfondita di questo doppio volto, presentando anche un prototipo innovativo sviluppato insieme all’Università di Trento.

Il progetto Consob contro il greenwashing

Nel nuovo Quaderno FinTech, la Consob ha illustrato un prototipo creato con il supporto dell’Università di Trento e di un team di ricercatori che hanno unito competenze finanziarie e tecnologiche. L’obiettivo è rilevare eventuali messaggi fuorvianti diffusi dagli emittenti di green bonds europei, analizzando i dati raccolti tra il 2013 e il 2023.

Questo strumento utilizza tecniche di intelligenza artificiale per riconoscere dichiarazioni ambientali nei testi, valutarne il tono comunicativo ed evidenziare eventuali discrepanze tra obiettivi dichiarati e risultati concreti. Un approccio che può aumentare la trasparenza e rafforzare la fiducia degli investitori nel mercato della finanza sostenibile.

Quando l’intelligenza artificiale alimenta il greenwashing

Non mancano, però, i casi in cui la tecnologia stessa diventa parte del problema. L’intelligenza artificiale greenwashing si manifesta quando viene usata per costruire un’illusione di sostenibilità. Accade, ad esempio, quando si promuovono prodotti “smart” spacciandoli come ecologici nonostante il loro reale impatto ambientale, oppure quando si enfatizzano presunti benefici energetici senza considerare i consumi elevatissimi richiesti dall’addestramento degli algoritmi e dal funzionamento dei data center.

In altri casi, l’AI viene utilizzata per diffondere messaggi pubblicitari fuorvianti o per creare narrazioni ingannevoli a favore di settori legati ai combustibili fossili, replicando in chiave digitale le strategie di comunicazione del greenwashing tradizionale.

Come l’AI può diventare un antidoto al greenwashing

Se usata in modo responsabile, l’intelligenza artificiale può invece svolgere un ruolo cruciale nella lotta al greenwashing. Gli algoritmi sono in grado di elaborare enormi quantità di dati provenienti da bilanci, report di sostenibilità e comunicati aziendali, individuando incoerenze tra le dichiarazioni e i fatti.

L’AI può inoltre aiutare autorità di vigilanza e investitori a monitorare in tempo reale le affermazioni ambientali delle imprese, riconoscendo un linguaggio ambiguo o eccessivamente positivo. In questo modo, diventa uno strumento utile non solo per migliorare la trasparenza, ma anche per promuovere una cultura aziendale più onesta e rispettosa dei criteri ESG.

Tra rischi e opportunità

Il binomio intelligenza artificiale e greenwashing racchiude una sfida complessa: da un lato il rischio che la tecnologia diventi un mezzo sofisticato per mascherare pratiche poco sostenibili, dall’altro la possibilità di sfruttarla come arma efficace per rendere i mercati più trasparenti. Il futuro dipenderà dall’uso che aziende, istituzioni e investitori sceglieranno di farne, bilanciando innovazione e responsabilità.

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